Questa volta è composta da nove scene della Genesi che iniziano, all'estremità sud, con La separazione tra luce e oscurità e terminano con L'ubriachezza di Noè. L'espulsione dal paradiso è la seconda parte della sesta scena conosciuta come La caduta dell'uomo e l'espulsione dal paradiso. Lo stile di questo dipinto fu iniziato da Michelangelo all'inizio del periodo rinascimentale. Ha concepito l'arte, a differenza di alcuni dei suoi contemporanei che si sentivano obbligati a seguire gli ideali classici, come bisogno di trasmettere un senso di dramma umano.

A differenza dei suoi predecessori, usa, in questa scena, figure di nudo intensamente fisiche per Adamo ed Eva, la cui maestria mostra il suo intenso studio iniziale dell'anatomia. Questo stile è particolarmente efficace quando mette a confronto i corpi lisci e giovani di Adamo ed Eva al punto della tentazione di Eva ai loro corpi più vecchi e poco attraenti quando sono banditi dall'Eden. Michelangelo non usa più dettagli di quelli necessari per il simbolismo che vuole trasmettere e quindi non affolla la scena dando così chiarezza al suo messaggio. Michelangelo unì la Caduta e la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino sotto forma di una lettera onciale m (forse per significare il suo nome) utilizzando tre pilastri e due archi per unirli.

Il pilastro centrale è costituito dall'Albero della Vita avvolto da un serpente venoso con testa di donna. A sinistra c'è un altro pilastro composto da Adamo ed Eva in un ambiente per lo più rigoglioso (a parte le rocce e un ceppo d'albero morto) con Eva che tiene la mela offertale dalla tentatrice nell'albero. L'altro ramo di questo albero si estende in un angelo vendicatore in volo con una spada che indica le figure brutte, venose e invecchiate espulse di Adamo ed Eva che compongono la colonna di destra. Questo lato della scena è desolato. A differenza di Genesi 3:24 da cui è tratta la storia, le figure sono nude e non coperte di pelli e nel racconto biblico c'è un solo cherubino invece del plurale cherubini.

L'intera scena deve essere letta da sinistra a destra mostrando la conseguenza di Eva che mangia la mela dall'Albero della Conoscenza che porta all'esilio di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden. Michelangelo collega questa storia a un'altra storia biblica. Il ceppo morto rappresenta la vite appassita ricordata nella profezia di Gioele sulla distruzione del fico e della vite. Secondo Isaia la vigna dell'amata ha prodotto solo uva selvatica. Dio distrusse il recinto di pietre della vigna come punizione. Le pietre, tuttavia, rimangono sul lato sinistro della scena michelangiolesca come rocce. La connessione è stabilita tra Eva e la vigna ed è stata rafforzata da Michelangelo dandole la stessa posa accovacciata della donna accovacciata sul barilotto del vino ne Il Diluvio. Questa rappresentazione della caduta e dell'espulsione dal paradiso fu una grande influenza nel successivo dipinto di Masaccio La cacciata dal giardino dell'Eden che aggiunse un'evocazione dell'ululato di Eva.